I Richiamo d’impiegati all’osservanza dei loro doveri
Quindi l’assessore Sig. Cav: Giomi, ottenuta la parola, riferisce che, avendo oggi chiesto alla guardia municipale di Lari la cagione della di lui assenza di ieri dal Capoluogo del Comune, gli rispose evasivamente e con modi inurbani. E poiché la scena si è svolta in pubblica piazza, prega il Sig. Sindaco di richiamare la Guardia all’osservanza dei propri doveri verso i suoi Superiori, e invitarla a giustificare l’assenza. Chiamata la guardia Meini Enrico, questa giustifica esaurientemente la propria assenza di ieri da Lari per giustificati motivi di servizio.
Ammonito quindi dal Sig. Sindaco per aver mancato di rispetto all’assessore Sig. Cav: Giomi, risponde che egli si è impressionato perché il richiamo fattogli a causa della di lui assenza è avvenuto in una pubblica piazza, e non in Ufficio, ma che, se pure abbia risposto un po' vivacemente all’assessore Cav: Giomi non intendeva però in quel momento mancargli di quel rispetto che gli è dovuto. Il Cav: Giomi, soddisfatto delle giustificazioni della Guardia Meini dichiara che è contento del servizio che egli disimpegna lodevolmente.
Riferisce poscia che anche il Commesso Marescotti Gino ieri fu assente dall’Ufficio, adducendo a giustificazione di avergli chiesto previamente il permesso; mentre né lui, né il Segretario Capo lo avevano autorizzato ad assentarsi.
Chiamato il commesso Marescotti, assicura di aver chiesto il permesso di assentarsi ieri dall’Ufficio all’assessore Sig. Cav: Giomi ma in un momento in cui egli era in faccende nel gabinetto del Sig. Sindaco, e che non avendogli dato negativa, si ritenne autorizzato ad assentarsi; mentre evidentemente l’assessore non l’avrà neanche ascoltato.
Il Segretario assicura che mai il Marescotti si è allontanato senza permesso, ma avverte al detto impiegato che la licenza si deve sempre chiedere per iscritto.
Il Sig. Sindaco essendo questa la prima che il Marescotti commette l’irregolarità l’On Giunta lo condanna.